Colonia per caso

È domenica, decido di fare una passeggiata in centro.

Per le strade si percepisce da subito uno strano odore, non è il classico “aroma” di gas di scarico, ma un puzzo ancora più intenso: è l’odore dei turisti, è l'odore della guerra.

Mi avvicino alle porte del borgo, ad aspettarmi c'è un lungo filo spinato che circonda il perimetro del centro storico, presieduto da una schiera di giapponesi che allontanano e stordiscono gli abitanti a colpi di flash.

Nonostante la temporanea perdita della vista, riesco a farmi breccia tra un tizio e l’altro e ad entrare nella cittadella.

In lontananza vedo un'enorme polverone alzarsi tra le case, non è un uragano, ma una mandria di russi inferociti che vuole entrare nel Museo prima di tutti gli altri, abbattendo il muro di tedeschi già presenti sul posto dalla sera prima. I ristoranti sono sommersi da francesi e inglesi che si lanciano bombe di pane da un tavolo all’altro, mentre mangiano formaggi inzuppati nel cappuccino.

Mi allontano dalla piccola Waterloo per fiancheggiare il fiume, convinta di trovare meno gente, sbatto contro un manipolo di coppiette innamorate. Napoletani, indiani e spagnoli in fila sul parapetto del ponte, si spintonano l’uno contro l’altro per scattare foto social, inevitabilmente tra una sgomitata e l’altra finiscono in acqua. C’è chi si è salvato aggrappandosi al bastone dei selfie.

È finalmente sera, ora posso godermi la città nel silenzio e nella quiete.

Sbagliato! Improvvisamente vengo travolta da una chiassosa ronda di cheerleader bionde, rigorosamente americane, che come i vampiri escono solo di notte per pattugliare il centro, armate di cocktail e sandali anche a gennaio.

Ormai distrutta dalla giornata, mi avvio verso casa! Dietro di me solo detriti e fiamme, dimentico il motivo per il quale sono uscita.

Per saperne di più:

https://www.internazionale.it/notizie/2018/08/03/rivolta-contro-airbnb

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